mercoledì 11 dicembre 2013

La Filosofia oltre la disoccupazione

La scelta universitaria è forse una delle decisioni più difficili che una persona possa intraprendere. Essa ha sicuramente raggiunto un’importanza maggiore negli ultimi tempi, visto che in un periodo come questo, molti studenti si rifugiano (spesso ignorando le proprie inclinazioni) nelle “lauree utili” con le quali si crede di entrare più facilmente nel mondo del lavoro. Scegliere un determinato corso di studi per passione in queste circostanze risulta essere più difficile di quel che si pensi.
Io, la mia scelta universitaria, l’ho meditata dopo un lungo cercare e la scelta indurrebbe molti dei lettori a chiedersi: “Perché?”.
Il mio post vuole provare a tracciare, per quanto difficile possa essere, i motivi per i quali ritengo gli studi del mio corso tutt'altro che inutili, come spesso si tende a pensare.
“Certo, – diranno in molti – filosofia potrà anche aprirti la mente, farti ragionare e via dicendo, ma a cosa serve nel XXI secolo studiare ancora Platone, Kant e Nietzsche? Come fai ad essere gradito alle imprese se non hai nessun sapere attuale o spendibile nelle lingue o nei computer?”. Queste domande me le ero poste anche io, poi però ho meditato un pensiero (molti lo potranno ritenere banale) che cercherò di esporre in queste righe. Fare filosofia innanzitutto è un atto di passione, forse addirittura di coraggio, visti i tempi che corrono e con una disoccupazione giovanile tra le più alte d’Europa. La si studia solo se c’è un vero interesse per la materia. Ed è proprio la passione il motore che spinge migliaia di studenti a scegliere ancora di studiare filosofia. Con la passione, gli studi diventano più leggeri, addirittura piacevoli in certe occasioni e poche volte stancanti. Se si ha la passione, significa che si ha la forza per intraprendere un percorso che rispetta gli “istinti intellettuali” della persona. Della mia breve esperienza universitaria, se mi posso permettere di dare un consiglio, il primo riguarda proprio di scegliere per passione. Il problema della disoccupazione è una piaga che affligge tutti e che sarà superata da quelle persone che hanno amato i loro studi: amandoli avranno recepito bene gli insegnamenti e godendo di una forte padronanza nel merito, sapranno come sfruttare le loro conoscenze nel mercato del lavoro. Onestamente credo che abbia più possibilità di trovare lavoro un laureato in filosofia (che ha amato quello che ha studiato), rispetto ad un altro che ha scelto ingegneria non per passione ma perché ritiene che gli dia più possibilità di impiego.
Entrando nel merito della questione, credo che la filosofia possa essere più utile e più attuale di quanto si possa pensare. I pensieri di Hegel, Telesio o Aristotele sono esempi con i quali il soggetto sviluppa dei life skills (delle abilità) che gli serviranno anche nella vita di tutti i giorni: studiare il pensiero di un filosofo gli consente di fare un confronto con la propria interiorità, attiva la nostra coscienza critica, ci permette di ragionare, di vedere soluzioni alternative e molte di esse sono davvero creative (in tempi di start up, app e imprese in crisi, queste qualità non lascerebbero indifferenti le aziende). La filosofia ci consente di capire il nostro pensiero, la nostra interiorità e fa mente locale di quello in cui crediamo. Confusioni mentali a parte, la filosofia crea consapevolezza, almeno secondo il mio parere. Se si ha consapevolezza di sé, si conoscono anche le proprie potenzialità e sapremo in quale settore potremo trovarci più a nostro agio. La filosofia è utile anche per il metodo che impone: alla stregua di matematica, fisica, ingegneria, economia, la filosofia ricerca un metodo rigoroso con il quale capire e scoprire. In più, se mi consentite una provocazione che verrà sicuramente ritenuta pesante, filosofia sviluppa metodi flessibili; non è rigida come i metodi delle materie scientifiche, quindi permette di “arrangiarsi” un po’ meglio ai cambiamenti e ai mutamenti che il mondo del lavoro purtroppo ci ha sempre dato. Infine, e con questo chiudo il mio sproloquio, la filosofia consente grazie alla dialettica di ascoltare e comparare i pensieri propri con quelli altrui e grazie alla retorica riusciamo a esporre una determinata idea utilizzando le nostre risorse verbali. Credo che nel mondo del marketing tutto questo sia spendibile nelle ricerche di un prodotto e nella promozione di esso, facendo leva sui suoi pregi, sminuendo i suoi difetti.
A dire il vero, le risorse che un filosofo dispone sono davvero tante. Purtroppo ad oggi il corso di laurea è sminuito e ridicolizzato da chi la passione per questa disciplina non l’ha mai avuta. Economia, ingegneria, medicina sono importanti, anzi fondamentali, ma guai a sminuire il valore (e l’utilità) che filosofia può offrire. Firmato, una matricola.

Corrado Schininà

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