lunedì 1 giugno 2015

Elezioni Regionali 2015: un'analisi diversa.

A differenza di come il metodo comune calcoli i risultati delle elezioni, è preferibile, almeno dal mio punto di vista, andare a calcolare il numero di voti effettivi, in modo da tener conto sia dell'eventuale perdita e dell'eventuale guadagno di voti, sia del numero di persone che non sono andate a votare, il grandissimo popolo degli astenuti quindi. Si tratta di un lavoro noioso persino da leggere, ma necessario se si vuole avere un'idea chiara e reale della situazione politica italiana.

Questi sono i risultati:

Campania: Vincenzo de Luca perde circa 250.000 voti (da 1.258.000 a 987.000). Il PD registra un calo di circa 100.000 voti (da 589.000 a 443.000). Caldoro, della coalizione di centro-destra, che aveva vinto nelle precedenti elezioni, perde circa 600 mila voti, posizionandosi oggi in seconda posizione. Il M5S con la Ciarambino, ne guadagna circa 400 mila rispetto al 2010 con Fico (da 39.000 a 420.000). 

Puglia: la coalizione di centro-sinistra capitanata da Emiliano da 1.036.000 voti guadagnati con Nichi Vendola, questa volta perde circa 300.000 voti (791.000 in tutto). Il PD ne perde circa 100.000 passando da 410.000 a 316.000 voti. Schittulli, coalizione di Fitto, ne perde circa 350.000 se si considerano le due coalizioni di centro-destra unite (da 899.000 a 540.000 voti) mentre il M5S, presente per la prima volta alle Regionali in Puglia, con Laricchia ne prende 309.000, oltrepassando così il centro-destra.  

Veneto: Ahimè, anche Zaia perde circa 400.000 voti (da 1.528.000 a 1.107.000). La coalizione di centro-sinistra ne perde circa 200.000 ( da 738.000 di Bortolussi ai 502.000 della Moretti), e più precisamente il PD ne perde circa 150.000 (da 456.000 a 308.000). Invece in controtendenza rispetto agli altri, il M5S ne guadagna ben 180.000 rispetto al 2010 (passando dagli 80.000 di Borrelli ai 262.000 di Berti). Non ha giovato alla Lega e a Zaia la scissione con Tosi; se unissimo i voti la perdita di Zaia sarebbe stata meno ingente (100.000 voti).

Umbria: Marini, della coalizione di centro-sinistra, perde circa 100.000 voti (da 257.000 a 159.000) mentre il PD ne perde circa 20.000. La coalizione di centro-destra con Ricci ne perde 20.000, con un incremento della Lega Nord pari a 30.000 voti. Rispetto al vecchio Popolo delle Libertà, Forza Italia ne perde circa 100.000. Prima comparsa invece per il M5S, il quale guadagna con Liberati 53.000 voti. 

Toscana: Enrico rossi, coalizione di centro-sinistra, perde circa 400.000 voti (da 1.053.000 a 656.000), mentre il PD ne perde circa 30.000. Se nel 2010 la coalizione di centro-destra (Lega Nord e Popolo delle Libertà) guadagnava 608.000 voti, nel 2015 Borghi, coalizione Lega Nord e Fratelli d'Italia, ne guadagna approssimativamente 100.000, mentre Forza Italia con Mugnai ne perde 300.000.  Se sommate queste due parti, che ricordo nel 2010 erano unite, osserviamo un calo di circa 200.000 voti. Prima comparsa ancora del M5S, che con Giannarelli ne guadagna 205.000.

Marche: Luca Ceriscioli, coalizione centro-sinistra, perde circa 150.000 voti (da 409.000 a 251.000), mentre il PD ne perde circa 40.000. Se nel 2010 Marinelli, Popolo delle Libertà e Lega Nord, guadagnava 306.000 di voti, nel 2015 i due partiti si presentano divisi; pertanto Acquaroli,  Lega Nord e Fratelli d'Italia, guadagna circa 60.000 voti, al contrario di Forza Italia che ne perde circa 160.000 con Spacca. Se dovessimo unire le due coalizioni per fare un parallelo con il 2010, il centro destra perde circa 100.000 voti. Prima comparsa del M5S, che guadagna con Maggi 133.000 voti al primo colpo.

Liguria: Toti, coalizione di centro-destra, perde circa 160.000 voti (da 389.000 a 226.000); Lega Nord ne guadagna circa 30.000 ma Forza Italia ne perde ben 150.000. La coalizione di centro-sinistra, che nel 2010 aveva vinto le elezioni con Burlando, nel 2015 arriva seconda con Paita, totalizzando una perdita di voti pari a 240.000 voti (da 424.000 a 226.000). Il PD invece ne perde circa 80.000. Nuovamente prima comparsa del M5S, che guadagna con la Salvatore, 163.000 voti.

L'affluenza varia dal 50% al 57%, pertanto gli astenuti risultano ancora i vincitori di queste elezioni. 
Come si può evincere da quest'analisi, il partito, o in questo caso meglio dire movimento, che ha guadagnato il maggior numero di voti rispetto al passato è il M5S, ovviamente aiutato dal fatto che in molte regioni nel 2010 non era presente.  Anche la Lega Nord guadagna parecchi voti. 
Vari sono i fatti fondamentali da sottolineare:
- se dovessimo confrontare i singoli partiti, il M5S si presenterebbe come una delle forze nazionali più importanti, pareggiando e/o superando (vedi caso Liguria) i singoli partiti presenti nelle coalizioni;
- le coalizioni di sinistra e di destra sono composte da numerosi micro-partitini, importantissimi per le realtà locali dato che la coalizione estende il proprio gioco d'interessi, coinvolgendo personalmente un numero maggiore di votanti (parlo proprio della trama di relazioni, lecite o illecite che siano, radicata nella politica locale italiana). 
- se teniamo conto del fatto che il PD è al governo e Renzi sta provando in tutti modi di apparire in maniera degna con tutte le riforme che sta attuando (apparentemente positive ma nella sostanza negative), si capisce come la gente stia pian piano alzando la testa e scorgendo non più l'ombra tanto carina, bensì le vere fattezze di questo politicante neo-liberista, servo dei poteri forti;
- a differenza di quanto dicono i mass media, non c'è cosa più lontana della resurrezione di Berlusconi; la sua morte politica è ancora lentamente in atto, nonostante la vittoria di Toti.
Ciò che bisogna capire è che le rivoluzioni e i cambiamenti radicali non avvengono nel giro di due anni, e tutte le elezioni che si stanno susseguendo dal 2013 ad oggi ne sono la prova. Una lenta scalata verso il cambiamento sta avvenendo, e il Potere sta giocando lentamente tutte le sue carte: Monti, Letta, Renzi; ha perfino deciso di rivelare la sostanziale uguaglianza di Destra e Sinistra col patto del Nazareno, e tutto questo per perpetuare l'insostenibile sistema neo-liberista. Come già annunciato in precedenti articoli, vedremo ancora cose mai viste. Ebbene, più il Potere si troverà in difficoltà e più la situazione peggiorerà, e noi a quel punto dovremo essere coraggiosi.

Luca Martis.


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