giovedì 12 dicembre 2013

Globalizzazione antidemocratica.

Tutti ormai sanno che una delle più importanti protagoniste contemporanee è proprio la globalizzazione, grazie alla quale tutto il mondo riesce a comunicare e per la quale tutti i popoli di tutte le nazioni saranno uniti affinchè l'economia mondiale si sviluppi sempre di più, creando un mondo sempre più vivibile e con più benessere per tutti. Nonostante ciò, è sempre meglio chiedersi se questa sia la realtà o una pura immagine idilliaca, frutto dell'immaginazione di qualcuno.
Il mito della globalizzazione è stato propagandato come se fosse l'idea più geniale che i pensatori capitalisti abbiano mai partorito, illudendo inizialmente la popolazione che fosse una cosa benevola e soprattutto necessaria affinchè il mercato si sviluppasse sempre di più in un'ottica mondiale. Ma ciò che differenzia l'illusione dalla verità sta nel fatto che l'illusione non è reale. E' evidente che con questo non si nega il fatto che la globalizzazione non abbia portato benefici e benessere, no, tuttavia è bene mettere in evidenza ciò che ha tolto, che ha portato via non solo a noi ma bensì a tutto il mondo.
Innanzittutto molto sta in mano di pochi, ovvero una parte del globo, l'occidente, ha la maggior parte della ricchezza mondiale e, a sua volta, in occidente un numero esiguo di famiglie possiede tutta la ricchezza del mondo, basti pensare ai banchieri più potenti come i Rothschild o ai Rockefeller, mentre la maggioranza della popolazione è stremata economicamente da quest'ultima crisi in atto. Lo strapotere economico in mano a quest'elitè finanziaria porta, come conseguenza, ad una dittatura del mercato finanziario, che comporta ancora un'importante influenza sull'andamento della politica non solo mondiale, ma anche interna dei singoli Paesi; ciò che ne scaturisce è un'involuzione antidemocratica per quanto riguarda la politica di istituzioni come il Fondo monetario internazionale o la Banca mondiale.
Un altro aspetto ormai lasciato decadere nell'oblio ma comunque sia ancora molto importante è la distruzione delle varie realtà culturali locali, che come ben sappiamo, caratterizzavano tutta la penisola italica. Molto interessante a questo proposito è l'intervista fatta a Pier Paolo Pasolini: egli infatti osserva come il fascismo non abbia effettivamente portato a termine quel processo di omologazione che invece, nel giro di pochi anni, la società moderna, il capitalismo e la globalizzazione ha già portato a termine, distruggendo la tradizione, i valori e le realtà locali.
E' sorprendente il fatto di come certi economisti esaltino questo processo di globalizzazione alla TV, come il caso dell'ex ministro Tremonti, il quale durante una puntata di Annozero, ora Servizio Pubblico, inizialmente pareva titubare sulle modalità di attuazione di questo processo, definendo i pensatori di questa filosofia come dei "pazzi illuminati", ma dopo pochi minuti offrì considerazioni positive per la globalizzazione e spaventosamente antidemocratiche ad un pubblico ancora ignorante sull'argomento. Un metodo simile lo utilizzò anche Mario Monti, del quale si ricordano le numerose partecipazioni al Club Bilderberg e il suo lavoro alla famosa banca Goldman Sachs, quando venne nominato governante d'Italia, pronunciando le fatidiche parole "cessioni di parti di sovranità nazionali", un evento che ancora sconvolge i militanti della sovranità monetaria. Per non parlare infine dei vari personaggi che compongono il governo attuale e che prendono parte ancora una volta alle riunioni del Club Bilderberg (tanto per citarne due, Enrico Letta ed Emma Bonino). 
Il popolo deve rendersi conto che quest'elitè non fa assolutamente i suoi interessi, ma bensì i propri, lanciando un sistema malato e privo di ogni interesse per il bene comune. Il popolo ha il dovere di informarsi realmente sulle politiche mondiali, capire che il fine ultimo della globalizzazione è arrivare ad un sistema di governo mondiale antidemocratico, ed infine ribellarsi.

Luca Martis
 (N.B. tratto da rompilecatene.blogspot.it)

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