sabato 25 gennaio 2014

L'ebbrezza della felicità e della nostalgia

Torno a scrivere dopo un lungo periodo di stop nel quale sono tornato nella mia terra natale per trascorrere le tanto attese vacanze. Il tema che ho deciso di trattare oggi è abbastanza personale, ma credo che nella mia stessa situazione si potranno identificare molti studenti fuori-sede...

Trasferirsi in un'altra città, ambientarsi, organizzarsi e stravolgere totalmente i propri stili di vita deve essere un qualcosa di traumatico per tutti ed io ovviamente non ho fatto eccezione. All'inizio non sapevo neanche da dove cominciare, tra casa, studio e conoscenze... Pian piano però i rapporti si legano, a casa si diventa meno maldestri e la nuova vita di solito piace. A Bologna ho passato tre mesi di fila, da settembre a dicembre, e nonostante ci avessi preso gusto a vivere nella città dei portici, la voglia di tornare a casa c'era.

Quando finalmente rimisi piede in Sicilia, era la notte del 20 dicembre, riconoscere la propria strada, rientrare in casa e risalutare tutti, ricordarsi degli odori e delle avventure domestiche passate, mi ha trasportato in una strana dimensione: non avevo scordato la mia vecchia vita, l'avevo semplicemente sospesa ed ero felice di riprenderla. I giorni successivi li passai con gli amici, nuovi e d'infanzia, e nel mese abbondante nel quale mi sono intrattenuto nella mia città posso sicuramente trarre un bilancio molto positivo. Bella la vita a Bologna, ma casa è sempre la casa.

Tra famiglia e amici un mese è praticamente volato, sembra la solita mielosa e banale frase, ma nel mio caso è stata particolarmente vera. Il pensiero di ripartire negli ultimi giorni mi rendeva combattuto: Bologna e la vita che facevo mi mancavano, ma il pensiero di altri tre mesi fuori casa mi appesantiva l'umore. La sera prima della partenza, fatti i bagagli, mi sono affacciato fuori, nel balcone, ed ho vissuto un minuto di riflessione particolarmente intenso, nel quale ho avuto la percezione di rivivere in un flash queste vacanze... Mi sono ricordato di quando ero arrivato, delle sere passate tra gli amici d'infanzia e quelli più recenti, dei giochi in famiglia; tutto vissuto nel giro di pochissimi istanti. Il giorno dopo l'aereo mi aspettava e staccai il biglietto.

Ora scrivo dalla mia stanza a Bologna, il sud mi manca, non lo nego, ma le esperienze si fanno e i ricordi si conservano. Questa pausa è stata utile e benefica. La nostalgia è utile per capire che in determinati contesti si è stati felici.

Ieri ho rivisto tutti i miei cari amici e colleghi “del nord”. Adesso sono di nuovo contento, la felicità arriva sempre ed esistono vari modi per godersela. Bologna è qui, sono soddisfatto di esserci. 


Corrado Schininà

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