Torno
a scrivere dopo un lungo periodo di stop nel quale sono tornato nella
mia terra natale per trascorrere le tanto attese vacanze. Il tema che
ho deciso di trattare oggi è abbastanza personale, ma credo che
nella mia stessa situazione si potranno identificare molti studenti
fuori-sede...
Trasferirsi
in un'altra città, ambientarsi, organizzarsi e stravolgere
totalmente i propri stili di vita deve essere un qualcosa di
traumatico per tutti ed io ovviamente non ho fatto eccezione.
All'inizio non sapevo neanche da dove cominciare, tra casa, studio e
conoscenze... Pian piano però i rapporti si legano, a casa si
diventa meno maldestri e la nuova vita di solito piace. A Bologna ho
passato tre mesi di fila, da settembre a dicembre, e nonostante ci
avessi preso gusto a vivere nella città dei portici, la voglia di
tornare a casa c'era.
Quando
finalmente rimisi piede in Sicilia, era la notte del 20 dicembre,
riconoscere la propria strada, rientrare in casa e risalutare tutti,
ricordarsi degli odori e delle avventure domestiche passate, mi ha
trasportato in una strana dimensione: non avevo scordato la mia
vecchia vita, l'avevo semplicemente sospesa ed ero felice di
riprenderla. I giorni successivi li passai con gli amici, nuovi e
d'infanzia, e nel mese abbondante nel quale mi sono intrattenuto
nella mia città posso sicuramente trarre un bilancio molto positivo.
Bella la vita a Bologna, ma casa è sempre la casa.
Tra
famiglia e amici un mese è praticamente volato, sembra la solita
mielosa e banale frase, ma nel mio caso è stata particolarmente
vera. Il pensiero di ripartire negli ultimi giorni mi rendeva
combattuto: Bologna e la vita che facevo mi mancavano, ma il pensiero
di altri tre mesi fuori casa mi appesantiva l'umore. La sera prima
della partenza, fatti i bagagli, mi sono affacciato fuori, nel
balcone, ed ho vissuto un minuto di riflessione particolarmente
intenso, nel quale ho avuto la percezione di rivivere in un flash
queste vacanze... Mi sono ricordato di quando ero arrivato, delle
sere passate tra gli amici d'infanzia e quelli più recenti, dei
giochi in famiglia; tutto vissuto nel giro di pochissimi istanti. Il
giorno dopo l'aereo mi aspettava e staccai il biglietto.
Ora
scrivo dalla mia stanza a Bologna, il sud mi manca, non lo nego, ma
le esperienze si fanno e i ricordi si conservano. Questa pausa è
stata utile e benefica. La nostalgia è utile per capire che in
determinati contesti si è stati felici.
Ieri ho rivisto tutti i miei cari amici e colleghi “del nord”. Adesso sono di nuovo contento, la felicità arriva sempre ed esistono vari modi per godersela. Bologna è qui, sono soddisfatto di esserci.
Corrado Schininà
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